
Autore: Salvatore Spinosa
Data di pubblicazione: 07 febbraio 2023
Bitcoin, criptovalute e Blockchain: pro e contro
Le criptovalute sono una bufala e scompariranno nel nulla! NO! Anzi! Le criptovalute sono il futuro e tutta l’economia “pesante” passerà da loro.
Nelle ultime settimane si è visto un certo risveglio delle “crypto”, Bitcoin in testa, dopo mesi di sofferenze e fallimenti. Cosa ci riserva il futuro?
La risposta è ardua e nel cammino verso la conoscenza finanziaria non può mancare un posto dedicato ai nuovi strumenti finanziari che negli ultimi anni hanno colpito la fantasia degli speculatori ed affascinato milioni di giovanissimi risparmiatori con la promessa (realizzata o disattesa?) di facili e consistenti guadagni.
Parliamo delle evoluzioni del sistema finanziario ed impariamo a conoscere le basi di Bitcoin e Blockchain in un confronto tra pro e contro.
Chi compra Crypto lo fa attraverso gli exchange, un Far West di piattaforme per il cui tramite le valute digitali vengono scambiate e grazie alle quali accrescono i loro volumi. Scegliere un intermediario affidabile però è diventato complesso perché il rialzo dei tassi d’interesse causato dall’inflazione ha fatto scoppiare la bolla di molte crypto (per un meccanismo che analizzeremo in altro articolo) causando il fallimento di piattaforme anche molto note come FTX.
Un articolo di FinanzaNow del 13 gennaio 2022 (https://finanzanow.com/crypto-centinaia-di-piattaforme-exchange-fallite-i-casi-piu-eclatanti/) riporta che il “sito Cryptowisser ha contato 81 lapidi nel 2019, 95 nel 2020 e 94 nel 2021. Fino a ora, nel 2022, gli exchange chiusi sono stati 31. Si è registrato un caso di chiusura forzata per motivi “regolatori”, quattro per un cambio di marchio, otto per “ragioni di business” (cioè bancarotta e simili). Gli exchange chiusi e riconosciuti come “scam” (cioè truffe) sono solo due; cui però si aggiungono, almeno in parte, 16 piattaforme “semplicemente scomparse”. Puf. Da un giorno all’altro il servizio non risulta più accessibile o in manutenzione fino a data da destinarsi. Nel cimitero degli exchange si trova un po’ di tutto: attacchi hacker, schemi Ponzi, piattaforme che si dissolvono nel nulla lasciando una scia di creditori, indagini e, talvolta, di sangue.”
Il nostro compito è informare, per questo il corretto approccio deve essere il più possibile neutro senza farci condizionare da ciò che accade nel breve e valutando opportunità e rischi del nuovo mondo digitale.
L’aspetto fondamentale che dobbiamo comprendere è la tecnologia che sta alla base dei Bitcoin e di tutte le cryptocurrencies, la Blockchain (catena a blocchi) che è straordinaria e rappresenta una potenziale rivoluzione pari a ciò che internet ha determinato per le nostre vite a cavallo degli anni 2000.
Ogni considerazione che segue è semplice, a tratti semplicistica; lo scopo è di dare qualche riferimento fondamentale e generico lasciando agli specialisti di settore il compito di entrare in dettagli ultra-tecnici e complicatissimi per i non addetti.
La Blockchain è una catena di algoritmi, di codici, in cui ogni anello che si aggiunge aumenta la forza e resistenza della protezione. I “lucchetti” o blocchi che uniscono i vari pezzi della catena si aggiungono ad ogni transazione attraverso una stringa, un codice di diverse cifre (ad es. 27) che rimane unico, dopo un processo di validazione che interessa tutti i blocchi della catena. Il sistema di validazione è diffuso e sicuro e soprattutto va fuori dal concetto di istituzione finanziaria centralizzata; non esiste un’istituzione esterna (es. Banca Centrale) che regola lo scambio del bene se non l'accordo tra le parti, un accordo criptato, sicuro perché già un singolo codice di tante cifre è complesso da tirare fuori, figuriamoci una moltitudine validata costantemente ad ogni transazione successiva.
I Bitcoin nascono con questi presupposti per cui trasferisco un bene, un valore da un soggetto a un altro fuori dal sistema finanziario con un accordo a due legato a ognuno di questi anelli della catena blockchain validata costantemente. Quando questa catena diventa lunga, molto lunga, il codice diventa sostanzialmente impossibile da decriptare perché per poter “rubare” il denaro protetto da una catena con migliaia di anelli e lucchetti servirebbe decriptare almeno il 50% di quei codici; non esiste al mondo oggi un processore con una potenza di calcolo tale da poter realizzare l’impresa.
La sicurezza ed inviolabilità dei Bitcoin è cosa estremamente positiva; dall'altro lato però ci sono anche aspetti fondamentali che vanno regolamentati a dovere.
Con riguardo ai Bitcoin un PRO è che è accessibile a tutti, un sistema democratico che prescinde da una banca centrale che interviene creando debito; il CONTRO è che è estremamente volatile perché non esiste un algoritmo che ne determina il prezzo, è tutto lasciato alla libera contrattazione tra le parti.
Delle obbligazioni conosciamo un bel po' di cose: prezzo, scadenza, tasso di interesse; nel caso delle azioni sappiamo chi di chi diventiamo soci e come si forma il prezzo, attraverso una formula matematica; ma dietro alle criptovalute non c'è nessuna formula matematica che spieghi come si forma il prezzo.
Per questo, se una bella mattina Elon Musk di Tesla si sveglia con il piede dritto e comunica al mercato di accettare i Bitcoin per vendere le sue auto elettriche, il Bitcoin passa da 40.000 a 55.000 in un amen; se dopo due settimane (come è successo davvero!) si risveglia con il piede storto e comunica di aver cambiato idea e di non accettare più Bitcoin in pagamento, il valore crolla passando da 60.000 usd ed oltre a 30.000 fino ai disastri delle ultime settimane a 16.000 circa, un calo di oltre il 70% in pochi mesi.
Mi chiedo se uno strumento così volatile come il Bitcoin possa essere un asset centrale in un portafoglio che ha l’obiettivo di mandare un figlio all’università o per creare la propria pensione o costruire il futuro finanziario della famiglia.
Per come si sta delineando il quadro oggi (anche fiscale), alla luce dei fallimenti ed anche delle rivalutazioni di breve delle crypto più note e solide (Bitcoin, Ethereum), se rinunciamo all'idea che oggi si possa arricchire, una piccola percentuale (< 5%) in un portafoglio diversificato può essere inserita, se il profilo di rischio del cliente rimane adeguato.
Fare previsioni è impossibile ed anche piuttosto aleatorio: chi fa previsioni può indovinare o sbagliare, chi applica una strategia diversificata con pazienza, il tempo necessario, se la strategia è correttamente tarata sui bisogni (e può sempre aggiustarla al cambiare delle condizioni esterne) vince sempre.
Quando affermiamo che le criptovalute sono una catena impenetrabile prestiamo attenzione al fatto che ci riferiamo a quelle storiche e diffuse. Le nuove crypto-currencies “smerciate” come carni da banco da piattaforme ormai anche quotate in borsa, potrebbero essere “hackerabili” se la catena è corta, per cui attenzione ai prezzi apparentemente bassi; come nel caso di ogni altra attività finanziaria ad alti guadagni corrispondono alti rischi.
Ci sono criptovalute emesse con nomi affascinanti, che richiamano ad esempio nomi di animali per cogliere il nostro senso di familiarità ed indurre una falsa percezione di sicurezza.
Esiste poi un problema di trasparenza ed un pericolo di riciclaggio e finanziamento di attività illecite e terrorismo come favorito dalla “democraticità” del sistema.
Lo scoppio della prima bolla crypto è già avvenuto ed ha fatto seriamente male a tanti investitori e chi aveva messo larga fetta della propria ricchezza concentrata nelle valute digitali l’ha vista svanire in un amen; dall’altro lato le valute digitali rappresentano un’opportunità di sviluppo, maturazione e crescita per il sistema e per tanti giovani miners (da verificare l’impatto di assorbimento di energia in un mondo sempre più affamato di risorse).
C’è un fatto evidente nel considerare che istituzioni bancarie di grandi dimensioni, soprattutto in USA, stanno cavalcando la Blockchain ed hanno inserito strumenti indicizzati alle criptovalute nella loro offerta (ad esempio ETF o ETC), strumenti che seguono l’andamento dell’indice crypto o dei Bitcoin senza doverli realmente possedere e correre il rischio di aprire wallet in piattaforme che da un giorno all’altro potrebbero chiudere o fallire.
Il futuro delle criptovalute è tutto lì da vedere ed all’orizzonte si sta profilando una potenziale guerra tra le banche centrali e le valute decentralizzate per il controllo delle transazioni: noi risparmiatori e consumatori, in mezzo, impariamo a difenderci con l’unico mezzo possibile: la conoscenza.
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