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Rappresentazione visiva dell'articolo: ESG: GLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI

Autore: Salvatore Spinosa

Data di pubblicazione: 23 novembre 2022

ESG: GLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI

Azioni e obbligazioni sono stati i protagonisti dei nostri precedenti articoli e ne abbiamo sviscerato tutte le caratteristiche fondamentali.

 

In sintesi, rappresentano tutto quello che dobbiamo conoscere in campo finanziario perché il resto, tutto il resto, è una combinazione dei due grandi “gruppi” azionario ed obbligazionario. Se ad esempio trattiamo di Fondi comuni, Sicav o ETF stiamo parlando di contenitori diversificati che al loro interno, andando all’atomo, contengono azioni ed obbligazioni o a questi sono legati o indicizzati.

 

Analogo discorso vale per le polizze di investimento assicurative, le gestioni patrimoniali e perfino gli strumenti derivati che non contengono gli asset primari ma a questi sono legati con diversi meccanismi di riferimento.

 

Occhio agli strumenti derivati perché il loro nobile principio originario di copertura dai rischi di mercato, interesse e valuta nel corso del tempo si è evoluto (o involuto) in speculazione pura e non è insolito imbattersi in prodotti propinati al consumatore finale presentati come sicuri o protetti (il primo pensiero è ai certificati di investimento così cari alle filiali bancarie) e che invece possono presentare brutte soprese se il sottostante oscilla oltre certi limiti.

 

Se è dunque vero che tutti gli strumenti finanziari sono in qualche modo la risultante di azioni ed obbligazioni, la novità degli ultimi anni è un modo di approcciarsi a questi strumenti finanziari profondamente innovativo: ne sentiamo parlare, sempre più spesso, con l’acronimo ESG.

 

Dal sito https://economiapertutti.bancaditalia.it/notizie/i-criteri-esg-e-la-finanza-sostenibile-cosa-significa-questa-sigla/ leggiamo la definizione che ne dà, per tutti, la Banca d’Italia:

 

La sigla letteralmente corrisponde a Environmental cioè ambientale, Social cioè sociale e Governance cioè governo societario.

I fattori di tipo ambientale, sociale e di governo societario sono quei fattori che qualificano una attività come sostenibile. Nelle decisioni di investimento tenere in considerazione fattori ESG significa indirizzare capitali, i propri risparmi, verso imprese e progetti considerati sostenibili cioè, ad esempio, che rispettano l'ambiente, sono attenti all'inclusione e al benessere dei lavoratori, favoriscono la presenza di donne negli organi di amministrazione. Si parla di finanza sostenibile”.

 

Entriamo nel dettaglio pur in modo sintetico:

 

ENVIRONMENTAL (AMBIENTALE): produrre risparmiando energia o utilizzando energia pulita con basso o nullo impatto ambientale; 

SOCIAL (SOCIALE): creare le condizioni perché il lavoro sia sostenibile socialmente, inclusivo verso le categorie sociali più deboli o discriminate e nel pieno rispetto dei diritti umani;

GOVERNANCE (GOVERNO SOCIETARIO): i board che governano le aziende devono rappresentare tutti i generi, garantire una percentuale di consiglieri indipendenti e remunerare i dirigenti in modo equo in relazione ai risultati ottenuti anche in campo di crescita sostenibile con riguardo ai primi due aspetti, ambientale e sociale.

 

La Banca d’Italia prosegue nella sua descrizione: “Esistono agenzie specializzate che elaborano dei punteggi, i cosiddetti rating ESG, che esprimono un giudizio sintetico sul livello di sostenibilità di emittenti (imprese, Stati, organizzazioni sovranazionali), di titoli finanziari e di strumenti di investimento collettivo (OICR e ETF) che si definiscono "sostenibili" o "ESG" proprio sulla base dei punteggi ottenuti. È importante però chiarire che al momento mancano standard condivisi a livello internazionale per la valutazione della sostenibilità. La regolamentazione europea sta lavorando proprio per stabilire dei criteri uniformi per la costruzione di rating che ci consentano di sapere in modo univoco quale attività o strumento sia effettivamente «sostenibile»”.

 

Interrogare il cliente su quale sensibilità manifesti rispetto ai temi ESG è diventato un obbligo ed è allo stesso tempo un’imprescindibile necessità. Sapere che le aziende di cui diventiamo soci acquistandone le azioni o alle quali prestiamo denaro con le obbligazioni non occupano lavoro minorile, sono sensibili al risparmio energetico e non investono in armamenti, rende più sereno il cliente ed anche il consulente.

I risparmiatori più legati al risultato e resistenti o meno attenti ai temi ESG, possiamo portarli a casa in modo semplice: basta mostrare i rendimenti nel lungo termine, perché le serie storiche raccontano il passato e danno anche una prospettiva del futuro: acquistare aziende che hanno elevate classificazioni ESG produce nel tempo guadagni maggiori e questo, se ce ne fosse bisogno, rende conveniente l’investimento sostenibile a tutti i livelli.

 

L'azienda che produce già rispettando oggi criteri EGS, negli anni a venire, con la stretta progressiva su questi temi, avrà potenzialmente molto più valore rispetto a quella che ancora ritarda ad imboccare la via maestra della sostenibilità.

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