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Rappresentazione visiva dell'articolo: Obbligazione (Bond): licenza di rischiare?

Autore: Salvatore Spinosa

Data di pubblicazione: 14 giugno 2022

Obbligazione (Bond): licenza di rischiare?

Se un BTP a 10 anni oscilla del 17% in 12 mesi, viviamo in mondo alla rovescia, dove sono saltate le certezze fondamentali di investimento e risparmio?

Oppure c’è una spiegazione chiara per questo tipo di fenomeno ed è già accaduto in passato?

Per dare una risposta e capire a fondo quello di cui parliamo abbiamo bisogno di apprendere i rudimenti delle obbligazioni, avere le basi di conoscenza per poter prendere decisioni consapevoli con la corretta dose di ragione, di freddezza o, come lo chiamava il mio professore di matematica del liceo, lo "stomaco di porco".

Possibile che all'improvviso le obbligazioni, da sempre porto sicuro del risparmiatore italiano, siano diventati degli strumenti così volatili? Vale per tutti o solo per alcune tipologie?

Il nome inglese dell’obbligazione è “bond” e c’è da chiedersi se, come la famosa spia 007 James Bond, anche le nostre amate obbligazioni abbiano qualche particolare licenza, se non di uccidere, certamente di rischiare.

Con i tassi in discesa degli scorsi anni, ci siamo divertiti a vedere rendimenti a due cifre sui titoli obbligazioni ma con l’inflazione che monta ed i tassi che risalgono di conseguenza le obbligazioni possono vivere delle oscillazioni consistenti, degne di un’azione ed anche di più.

In successivi articoli analizzeremo i rischi specifici delle obbligazioni, in questo scritto partiamo dalla loro natura, dal capire che cosa sono.

Obbligazione è un termine giuridico, utilizzato in genere nel diritto commerciale per individuare un credito/debito di un soggetto verso un altro. Se prendiamo una parte del nostro denaro e lo prestiamo a qualcun altro, diventando suoi creditori, la controparte ci ricompenserà del fatto che usa il nostro denaro pagandoci un interesse in cambio.

Potremmo prestare somme per un solo anno o ad esempio per 2, 10, 15, 20 anni stabilendo degli interessi più alti al crescere del tempo per il quale ci spossessiamo dei nostri soldi, per darli in uso a chi emette l’obbligazione che noi compriamo.

Uno dei nostri creditori, oltre che un privato o un’azienda commerciale, potrebbe essere uno Stato, lo Stato italiano magari, da anni “avido” di denaro da utilizzare per coprire i costi di una macchina pubblica ingombrante ed onerosa. 

Acquistare un BTP italiano allora vuol dire prestare soldi al nostro paese, con la promessa di vederceli restituire maggiorati di un interesse.


Per contratto di un’obbligazione, fin da subito, sappiamo un bel po' di cose:

  • DURATA: per quanti anni presto il mio denaro 
  • SCADENZA: la data in cui è previsto che mi venga restituito il capitale investito
  • TASSO D’INTERESSE: la remunerazione (lorda) che mi spetta per aver prestato il denaro
  • PERIODICITA’ DEL PAGAMENTO: ogni quanti mesi mi viene pagata la cedola
  • VALUTA: la valuta di pagamento degli interessi e del capitale 
  • PREZZO DI MERCATO: per le obbligazioni quotate in mercati regolamentati, quanto vale l’obbligazione in quel momento se voglio rivenderla prima della scadenza.


Ognuno di questi elementi è un’informazione importante per capire se acquistare quel titolo obbligazionario è conveniente o meno rispetto ai nostri obiettivi, attitudine al rischio e tempi ed ognuno rappresenta anche un potenziale generatore di oscillazioni.

Nei successivi articoli ci occuperemo di tre rischi principali delle obbligazioni:

  • RISCHIO EMITTENTE
  • RISCHIO DI CAMBIO
  • RISCHIO DI TASSO (O PREZZO)

Alla fine del percorso avremo gli strumenti per comprendere se conviene acquistare quell’obbligazione tra gli strumenti del nostro portafoglio.

Buona lettura!

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