
Autore: Salvatore Spinosa
Data di pubblicazione: 08 marzo 2022
Perché è così importante pianificare?
Pianificare vuol dire avere un piano, un progetto, ed un progetto viene richiesto a chi ha uno scopo da raggiungere, un sogno che lo spinga giù dal letto la mattina.
Pianificare è come avere una carta nautica su cui tracciare una rotta chiara da seguire per evitare i pericoli di correnti troppo forti che ci possano far deviare dall’obiettivo, sfuggire all’assalto dei pirati e portare le proprie ricchezze in un porto sicuro.
Pianificare è faticoso?
La fatica dipende dalla motivazione che abbiamo nel farlo e dalle competenze che possediamo. C’è chi ha innato il senso dell’organizzazione e della misura, chi ha bisogno di mettere tutto in numeri per dare senso al suo percorso di vita; di converso, molti altri vivono di sensazioni più che di misura, di emozioni più che di razionalità. Che si affronti la vita facendo di conto o che si preferisca affrontarla un passo alla volta, avere un piano può fare solo bene.
Per comprendere meglio l’utilità della pianificazione è importante partire dalle conseguenze della mancanza di un progetto di vita. Vivere giorno per giorno, improvvisando ad ogni passo può essere apparentemente più semplice. Quante volte mi sento ripetere da persone vicine e dai clienti che non sappiamo cosa ci riserva il domani e per questo non serve ragionare nel lungo termine, non serve avere un piano.
Chi vive, lavora ed opera senza un piano si trova però costretto a difendere, a reagire agli attacchi; di difesa e catenaccio in Italia siamo espertissimi, come siamo esperti di fatalismo poiché “del doman non v’è certezza” ed allora vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, salvo accorgerti che il giorno seguente ti pone di fronte a nuove sfide e che senza un’adeguata preparazione ed i giusti attrezzi le montagne diventano invalicabili. Il Covid-19 ne è una testimonianza più che chiara.
Una squadra che sta sempre in difesa però, tranne rare eccezioni, avrà spesso difficoltà a vincere: non prendere gol va bene, ma pareggiando ogni volta come scalare le vette delle classifiche? Il fatto che nell’ultimo ventennio il nostro amato paese soffra di una crescita prossima alla zero ne è la dimostrazione più evidente.
Perché in Italia non si cresce?
Uno dei motivi principali è che le decisioni che vengono prese in ogni ambito (pubblico e privato) soffrono di “presentismo” (permettetemi il neologismo). Scegliamo ciò che ci gratifica qui ed ora senza badare alle conseguenze nel medio e lungo termine delle nostre decisioni, andando “a sensazione”, basandoci sulla falsa sicurezza nel pensare che “è sempre stato fatto così”.
Come promuovere una nuova fase di crescita?
Il primo pilastro su cui fondare una nuova crescita forte e vigorosa in Italia è un’istruzione inclusiva soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Si stima che se i genitori sono poco scolarizzati, nel 73% dei casi, i figli seguiranno lo stesso destino. Dentro una scuola più inclusiva serve poi un piano efficace di educazione finanziaria per far comprendere ai cittadini il corretto uso ed investimento delle risorse di cui dispongono e di quelle che sono in grado di produrre con il lavoro di ogni giorno.
Cosa ci insegna l’educazione finanziaria sopra ogni cosa?
Proprio a pianificare, strutturare un piano che ci copra dai momenti di difficoltà personali, familiari e professionali che non possiamo prevedere, che pensi a costituire una capiente rendita per quando smetteremo di lavorare, che ci assicuri un solido tetto sulla testa, che ci induca ad utilizzare il nostro risparmio rendendolo produttivo per noi e per il sistema, perché il denaro investito produce un rendimento per il risparmiatore da un lato e consente alle aziende che ricevono quel denaro attraverso i mercati di finanziare i loro piani di crescita e sviluppo, creando così nuovi posti di lavoro, pagando le tasse per i servizi e producendo ricchezza per rendere più florido il sistema nel suo complesso.
Ed invece spesso che facciamo? Ci comportiamo come Charlie Brown, scegliamo di non scegliere per la paura di sbagliare, non ci affidiamo per diffidenza e facciamo come i pirati che seppellivano il bottino sottoterra (noi sotto il materasso) salvo mettere una bella X per ricordarsi dov’era sepolto.
Noi sudiamo i nostri risparmi con sacrificio ed impegno ed è per questo che vederli erosi dall’inflazione, lasciando ingenti somme ferme senza frutto su un conto corrente, è una notevole dispersione di ricchezza. Senza che ce ne rendiamo conto applichiamo per timore una strategia di difesa inefficiente, fonte di una visione di brevissimo termine.
Ed allora impariamo dai bimbi, che guardano al domani con speranza e vedono sempre in prospettiva, un lungo cannocchiale per osservare il futuro e tracciare una rotta sicura sulla carta; e se non sappiamo come fare, come navigare in sicurezza, cerchiamo un abile ed affidabile capitano, un consulente finanziario che possa manovrare la nave anche con mare in tempesta, conducendola sicura in porto.
Ed allora buona navigazione e soprattutto buona pianificazione.
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